Tag

, , , ,

Un’analisi di media-scape, food-scape e folk-scape

nella cultura popolare contemporanea

 

Luca Ciurleo ha raccolto in questo suo ultimo libro “Il valore aggiunto della tradizione” (edito da Amazon Italia) le ricerche da lui condotte in questi anni: una serie di scritti editi e inediti, pubblicati su giornali o riviste, intorno agli argomenti più svariati, come l’alimentazione, la tradizione e la sua passione per la cultura pop, tra fumetti, serie tv e cinema.
Luca da dove sei partito?
<<Fondamentali per questa pubblicazione sono state le varie partecipazioni ai convegni e agli incontri a cui ho partecipato negli anni come relatore. Ad esempio si trova il testo su “Fabbriche e grande distribuzione”, evento organizzato, in particolar modo sui casi di Villadossola e Torino, dove ho analizzato alcuni esempi di valorizzazione urbana, fiori all’occhiello piemontesi>>.
A questo contributo, quando fu presentato al convegno SIAA (società Italiana di Antropologia applicata) 2019, aveva collaborato anche Samuel Piana. Ci sono altri interventi in “Il valore aggiunto della tradizione” con la sua consulenza?
<<Sì, il volume contiene anche la mia parte dell’intervento, anche in questo caso fatto a due voci con l’amico Samuel, del convegno di Nemi del 2021 dedicato ad Enrico Comba, sugli animali mitici, dove ho analizzato le due realtà etnografiche di Piedimulera e Vogogna, con Re Lupo e il Gran Can>>.
Uno dei saggi a cui sei più legato?
<<E’ quello relativo alla Festa in tavola: la postmodernità della tradizione. Si tratta di una conferenza che ho avuto il piacere di tenere a Varese, presso il Rotary Club, sostituendo, per l’occasione, i miei maestri, il prof. Piercarlo Grimaldi ed il prof. Davide Porporato, miei docenti all’Università di Vercelli>>.
Oppure?
<<Posso aggiungere un edito, in pratica introvabile: quello del ciclo di conferenze di Antropolis, dedicato all’Antropologia delle tenebre, dove ho utilizzato un approccio di “antropocinema” alla Guglielmino, poliedrico studioso nonché sceneggiatore e fumettista>>.
Luca (qui nella foto di Miche Frasca), contributo inedito è quello relativo al caffè, argomento a cui hai dedicato diversi studi negli ultimi anni.

<<Studi iniziati proprio con la ritualità e proseguiti con gli aspetti di “sommellerie” di questa matrice alimentare, tematica sulla quale tengo corsi con la Scuola Italiana Sommellier di Genova>>.
Ovviamente a questi interventi se ne aggiungono altri, come le prime versioni divulgative e poi saggi già editi, ma praticamente introvabili. Ovviamente, i libri vanno letti. Però, per stimolare il lettore, cosa puoi aggiungere?
<<Dopo la prefazione di Michela Zucca, ho articolato il volume in tre parti: Antropologia del pop, ovvero del media-scape; Cibo e globalizzazione, ovvero del food-scape; Il valore aggiunto della tradizione, ovvero del folk-scape. Ho poi diviso i saggi per macro-aree tematiche>>.
A proposito, la tradizione non è fare le cose come si sono sempre fatte, ma che rapporto c’è tra tradizione e innovazione?
<<Grazie alla riscoperta delle tradizioni, che naturalmente modifichiamo a nostro uso e consumo, otteniamo una nuova identità, spesso contrastiva rispetto alla nuova alterità, con cui siamo venuti a contatto, che possiamo spendere anche in campo turistico>>.
Il libro di Luca Ciurleo è corredato di un ricco apparato bibliografico (con aggiunta di filmografia e sitografia) sull’intero argomento, relativo al “valore aggiunto della tradizione”, molto utile per studiosi, ma soprattutto per gli studenti in materia, ai quali si pone come guida preziosa per le loro ricerche o tesi.

(a cura di Giuseppe Possa)

(G. Possa, L. Ciurleo, S. Piana)

Luca Ciurleo (classe 1983) è antropologo (si è laureato alla scuola di illustri professori: Piercarlo Grimaldi, Davide Porporato e Battista Saiu), giornalista (iscritto all’albo dal 2009 collabora a diverse testate locali e nazionali) e scrittore (troppo lungo l’elenco dei libri pubblicati, che vanno dal campo dell’antropologia all’alimentazione e al folklore, dal cibo alla globalizzazione, alla distribuzione e al valore aggiunto della tradizione) . Negli anni ha partecipato e organizzato numerosi convegni e incontri. Dal 2013 collabora con la Fondazione UniversiCà e dal 2019 è formatore alla Scuola Professionale VCO Formazione.