di Giuseppe Possa
Sono esposti lavori carichi di arcani e inquietanti significati. Danno l’impressione di uscire dalle mani di uno scalpellino, ma con una marcia in più, cioè uno scultore. Non mancano lavori dedicati alla Resistenza e ai “40 giorni di libertà”, dove con realismo, misto ad astrazione geometrica, l’autore si esprime in modo intenso e partecipato, non lasciando spazio a simbolismi celebrativi o a ridondanze retoriche. Continua a leggere
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