Un giallo ambientato tra Bognanco e Pallanza, ma questo romanzo può essere anche noir verde rosso blu e di altri colori perché parla di pittura, pittori, critici, collezionisti e mercanti, in un gioco tra presente e passato, vero e falso, amore per l’Arte e passione per il denaro.
Dalle acque di montagna a quelle del lago. Da Bognanco, rinomato centro per la cura delle acque e oasi serena per villeggiare, a Pallanza sul Lago Maggiore, sono i luoghi con qualche escursione fuori provincia, in cui si sviluppa la storia di “Chiare Fresche Dolci Acque” (Eclissi Editrice, Milano). Un romanzo giallo, ma anche noir, rosso, verde, blu e di altri colori, perché narra di pittura, artisti, critici, mercanti, collezionisti e di quadri (veri o falsi?), in cui rivive la Bognanco dei tempi d’oro un po’ reiventata, un po’ sognata, molto amata. Tra vero e falso si sviluppa un intrigo che ci porta dai maestri olandesi, a un Boccioni quasi segreto, dalle Fonti alla villa di San Remigio, all’Isolino di Pallanza, mettendo insieme temi e luoghi difficili da conciliare. Ne è autore Eugenio Giudici, una vita da dirigente in Italia e all’estero, finalista al Premio Calvino 2012 con “Piccolestorie“, (pubblicato da Antigone); autore del thriller “L’ultimo Galeone” (edito da Castelvecchi): “Un formidabile libro di narrativa”, come ha scritto Luca Canali, “nel quale Giudici si rivela un maestro di stile, sempre compatto e omogeneo, lungo il filo di una continua suspense, d’una assoluta semplicità e correttezza”; ha, inoltre, dato alle stampe i romanzi “Anna senza amore” e “Ne pas se pencher au dehors”. Continua a leggere →
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