Tre anziani trovati morti, nell’arco di poco tempo, nell’Ossola di oggi, sarebbero stati archiviati come naturali decessi o tristi suicidi, se inspiegabilmente una rosa non fosse apparsa in ogni luogo del “delitto”. Sì, perché il commissario Eugenio Cecchi, detto Gegè, proprio per questo (il mistero è la chiave di tutto il libro) vuole vederci chiaro e inizia a indagare. Del resto, interpretando qui Agatha Christie, possiamo sostenere che “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Ebbene, i tre indizi ci sono, manca la prova: allora, in tale circostanza, al chi possa averli uccisi, si può sovrapporre, prima di tutto, il perché sia successo un certo ripetersi di un’azione. Continua a leggere
Alessandro Chiello: “La rosa di Tappia”
14 sabato Dic 2019
Posted CULTURA
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