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Dopo il successo dell’ultima sua personale alla Galleria Storica Kraigher Haus a Feistritz nel Rosental, l’artista austriaco ha esposto nel giugno 2023 il ciclo delle sue opere “Il canto della vita”, alla galleria “Arte Club” di Franco Cappadonna a Catania. La mostra è stata presentata da Gianni Longo (critica a seguire). Il noto scrittore e intellettuale siciliano aveva già presentato l’esposizione di Stefan Jausz in Austria (come da intervista rilasciata a Giuseppe Possa  e inserita qui in fondo).

Gianni Longo, davanti a un numeroso pubblico, attento e ammirato dalle opere appese alle pareti della galleria, ha parlato dell’artista austriaco, la cui un’arte salvifica rivela uno straordinario mondo interiore. Stefan Jausz è un pittore eccezionale, di un silenzio che si fa luce e favorisce l’osservazione. <<I suoi lavori  coltivavano l’anima di chi li osserva>> ha proseguito Longo. <<Una pittura quella dell’artista, Stefan Jausz, che s’inoltra nel cielo delle pure e fulgide visioni, una ricchezza artistica per fronteggiare persino l’inverno del suo “lettore”. Tra le mille forme dell’angoscia contemporanea, la voce di Stefan irrompe coi suoi colori nel canto della vita… La ricchezza di queste opere è come l’acqua di mare: più se ne beve e più si ha sete>>.
La mostra, fortemente voluta da Franco Cappadonna, sarà visitabile fino al 23 giugno (dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 20.00, la domenica solo su appuntamento).

“Il canto della vita”
presentazione di Gianni Longo per la mostra di Stefan Jausz
alla
galleria “Arte Club” di Franco Cappadonna a Catania

Com’è profondo il mare della Sapienza!
Mentre l’uomo di lettere lo scarabilla nelle parole che scrive, l’uomo dell’arte del dipingere, come Stefan Jausz, lo fa con la sua torrenziale ricchezza d’immaginazione, coi suoi colori per poi riversarli sulla tela: ma per scoprire la profondità di se stesso.
Appartiene a quei pittori silenziosi e appartati che praticano l’arte per conto proprio, al di fuori delle correnti artistiche del tempo. L’ispirazione pittorica come un flusso riempie la sua mente e il suo corpo, e lo porta al largo, là dove corrono le grandi creazioni artistiche.
I suoi temi sono calati in un’atmosfera irreale, magica, persino intrigante, e acquistando un fascino sottilmente ambiguo rivelano la delicata e non comune sensibilità del loro autore. Temi dove gli elementi cromatici si trasformano in colore espressivo e dove la natura si dissolve in un tremolio coloristico.
La Sicilia è una terra omerica, cioè carica di enigmi e contrasti, piena di fascino e oscurità da oscillare sempre tra inferno e paradiso, ma carica di suggestioni che Jausz ama e vuole mantenere con essa un contatto come tale. Anche grazie a quest’isola può giungere nei suoi quadri alla scoperta penetrante e graduale delle cose segrete della Natura.
Come la massa liquida incandescente che erutta l’Etna dal suo cratere, l’artista Jausz penetra l’impenetrabile che gli sta dentro, e manifesta nell’intimo della natura visibile l’universo delle proprie inquietudini; non c’è aria di dramma o di turbamento nel suo lavoro, anzi di silenzioso consapevole distacco, quindi immerge il pennello in se stesso, ossia nel semplice, immenso segreto che abita in lui.
Pittura che parla anche quando tace, e in essa l’autore trasporta ogni sua esperienza della realtà, e per quanto diversa, alla fine rivela la struttura durevole della sua coscienza. Arte la sua che si porta addosso l’inquietudine del nostro tempo incerto, senza però una visione negativa.

Pittura che migliora la nostra triste solitudine, il lamento delle nostre colpe, lo stridore della nostra rabbia, in realtà ci fa entrare in noi stessi, ci fa incontrare il nostro giardino colorato e con un sole che oltrepassa i vetri opachi delle nostre finestre.
Coi suoi colori assortiti a quelli sapientemente selezionati, sigilla montagne e montagne di segreti sulla tela per svestire dalle menzogne il risveglio della vita, e riesce a sublimare quindi da artista le corde più segrete del suo lavoro.
Mentre Stefan Jausz è profondamente coinvolto dalla sua immaginazione e colori appena riportati sulla tela, la durata della sua osservazione sulla vita non lo imprigiona, ma gli lascia cogliere ancora le luci, le vibrazioni, i colori  dell’attimo che con delicatezza tocca la sua tumultuosa disposizione a mutare frequentemente dei suoi nervi.
Quadri in cui porta agli estremi la semplificazione delle forme, e rinchiudono nelle loro anime la muta e sorda vita che ci circonda, grazie anche al loro sole che non tramonta mai nei nostri viali solitari.
La sovrana bellezza delle opere di Stefan Jausz è quella luce insolita e preziosa, lirica e profonda che accoglie e contiene tutto. Luce che si sposta, volge, che riflette, che si moltiplica, cresce e imbeve il colore che desidera rispecchiarsi nell’acqua del mare, nella rugiada, nel vento.
Luce che passando nelle vie del sentire di un attento scrutatore, lo intrattiene con il canto della vita, ma non più al suo tramonto.

Gianni Longo

Stefan F. Jausz-Isti

Gianni Longo, scrittore, critico e intellettuale siciliano, ha presentato nella Galleria Storica Kraigher Haus a Feistritz nel Rosental-Austria, la mostra “Per aspera ad astra” del pittore Stefan F. Jausz-Isti, classe 1965, valente artista di Klagenfurt che però, su consiglio del padre, intraprese gli studi in scienze economiche a Vienna e Milano, laureandosi in Economia e Commercio. La carriera professionale che seguì lo portò in giro per il mondo, ma contemporaneamente si è sempre interessato di cultura, riuscendo, anche per la perfetta conoscenza, oltre della sua lingua madre, dell’italiano e dell’inglese, a cogliere a fondo il modo di vivere delle persone e la mentalità di nazioni diverse. Fin da giovane (mentore è stato l’artista carinziano Gert Pallier) ha coltivato la passione per l’arte ed ha costantemente dipinto, ispirandosi ai paesaggi della sua terra o a quelli che osservava nei suoi viaggi, basandosi, però, su una figurazione d’emozioni.

Allora Gianni Longo raccontaci di questo tuo viaggio.
<<L’Austria è un paese ricco di cultura, complesso, inverosimile, che non può essere formulato in nessuna espressione scritta o parlata. È l’esempio più alto della sua vitalità letteraria e non si dispone mai ad abbandonare la prodigiosa ricchezza del pensiero, anzi. Ecco ciò che giustifica l’ottima accoglienza che ho ricevuto come critico d’arte e letterato. Nella sua vestigia pure l’inverno si veste di un fascino particolare, più austero ma accogliente, tant’è che ti fa gustare anche un buon dolce accompagnato dalle note supreme di un Melange. Così, come collaboratore della mia esistenza, ho accettato di tornarci volentieri, per non perdere quel pezzo di cielo che mi poteva tingere di speranze persino la mia rabbia>>.
Perché è stato dato a te l’incarico di fare la prefazione del catalogo e la presentazione della mostra?
<<È stato Stefan Jausz l’organizzatore e il protagonista della manifestazione culturale di pittura, inaugurata il 14 maggio scorso nella Galleria Storica Kraigher Haus a Feistritz nel Rosental-Austria. È stato lui ad invitarmi a vestire la sua mostra personale con un mio testo scritto e a presentarla di persona alla sua inaugurazione. Ancora una volta la Carinzia mi ha fatto assaporare i suoi paesaggi semplici, ma pieni di quella ricchezza che fioriscono la mia esistenza, ha abbracciato la mia letteratura>>
Chi è Stefan Jausz?
<<All’apparenza Stefan Jausz è un uomo semplice, ma come artista cala la sonda per le misteriose vie dell’arte per addolcire le asprezze della vita, medicandone le sue ferite. La sua produzione artistica esprime sentimenti, emozioni del suo mondo interiore e del contesto al quale appartiene. È la sensibilità il cardine della pittura di Jausz, che egli rende eccellente e accessibile in tutto ciò che fonda la sua coscienza. In questa sua personale anche la musica di Gustaf Mahler ha “partecipato” a far suonare di Stefan Jausz la propria anima, la lirica sinfonia dei suoi colori. Ogni sua opera spiritualizza la nostra epoca e in una ricerca stilistica carica di echi del ricco panorama culturale contemporaneo e non solo. Quello del nostro autore è un lavoro artistico che porta addosso le esigenze di questo mondo avverso e incomprensibile, di questo mondo avido di valori e che mescola al vino della vita un miele amaro d’oltretomba>>.

Sfogliando il catalogo, sono soprattutto le composizioni astratto-figurali e quelle sinfonico-informali, che sprigionano emozioni in chi le osserva, ad attirare la mia attenzione. Nelle prime, non è quella del solo rappresentare, ma dell’essere, colto attraverso espressioni simboliche collocate in un disegno preciso, ma onirico, quale territorio fantastico senza confini, che lo spirito creativo di Stefan F. Jausz eleva a pittura di compiuta raffinatezza. Nelle seconde, con energia gestuale e vaghi richiami ad artifici grafici, insoliti e di singolare efficacia cromatica, l’autore coglie atmosfere sospese tra sogno e forme comunicative immediate. Queste opere, con elementi liberi che sembrano dipinti nel cosmo, hanno un’intensità lirica che sprigionano emozioni in chi le osserva.

Giuseppe Possa

Gianni Longo, tra arte, letteratura e vita