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Pittrice, fotografa e scrittrice, l’artista spagnola vive e opera a Milano. Incline alle parole come al colore e alle immagini, sta progettando una mostra del suo variegato lavoro creativo e artistico: una ricerca emozionale nel silenzio.


Samira Zuabi Garcia ha un ampio studio-bottega a Milano, in via Giambellino 41/A, dove da anni opera nel mondo dell’arte. È uno spazio polivalente, in cui dipinge, fotografa e che trasforma anche in laboratorio, per le lezioni di “cartonage” e cartapesta per bambini o artigianali per la decorazione di oggettistica varia. Nel capoluogo lombardo era approdata nel 2004 per frequentare i corsi di pittura di Brera, Accademia in cui si è diplomata. Si era già laureata all’Università di Belle Arti di Siviglia, in Spagna, dov’è nata nel 1980 e dove aveva vissuto fino ad allora con il padre, la madre e tre sorelle.
<<Devo dirti>> esordisce Samira, <<che i miei genitori mi hanno sempre incoraggiata e sostenuta nelle mie decisioni. Hanno preteso molto da me e dalle mie sorelle, ma hanno creduto in noi, ci hanno trasmesso entusiasmo. Avevo 10 anni quando confidai loro che volevo diventare un’artista e non si opposero, anzi hanno avuto fiducia nelle mie capacità e mi hanno assecondata e aiutata a frequentare studi accademici, ben sapendo la vita difficile che devono affrontare gli artisti>>.
A Milano inizia il suo percorso lavorativo come pittrice e poi come fotografa. In quest’ultima professione si è formata sotto la guida del maestro Andrea Chisesi, del quale è stata anche assistente. In seguito utilizzerà pure la fotografia al servizio della pittura, non come copia ma quale filtro e compendio dei dipinti.
<<Ha preso così avvio>> rivela Samira, <<la mia collaborazione con diverse agenzie milanesi, tra cui la 1&1, la 4Model e altre di moda e attori. Ho lavorato in qualità di fotografa per la sezione Eventi di Class Editori e con lo studio NeoTech dove ho realizzato ritratti familiari, aziendali e reportage. La mia è una fotografia emozionale>>.
Nel frattempo ha proseguito l’attività di pittrice prediligendo i ritratti e i paesaggi e realizzando, a partire dal 1998, diverse mostre ed esposizioni personali a Siviglia, Milano, Barcellona e Mosca, ottenendo pure premi e riconoscimenti importanti.
<<La mia sete di conoscenza e la passione per i viaggi>> prosegue, <<mi hanno portato a scattare in luoghi sempre diversi nel centro Europa, in Australia, in Islanda, oppure nella Repubblica Dominicana e in Messico, dove ho fotografato per l’azienda DreamArt, immagini lifestyle>>.
In molti di questi viaggi cattura attimi, immagini emozionali, che espone in mostre fotografiche, come “La Buena Gente”, proposta a Milano e Mosca; “Islanda, l’inizio di un Sogno”, mostra tenuta a Barcellona, o “Di Castelli e Mostri” svoltasi a Milano.
<<Amante delle parole, come del colore e delle figure>> afferma, <<fin da ragazza mi piaceva comporre poesie e brevi racconti, al punto che ho sempre sentito il desiderio e la necessità di completare i miei quadri con una breve frase o un pensiero. Così, a un certo punto, ho iniziato a prendere sul serio la voglia di scrivere e nel 2017 ho pubblicato il mio primo libro, “365DaysHappy”, un diario molto intimista sulle cose che mi strappavano sorrisi in un periodo della mia vita non tanto brillante. Nel 2019 è stato presentato alla Fiera del Libro del borgo antico di Bisceglie>>.
Dato alle stampe in lingua italiana (Samira è bilingue) con la Casa Editrice Montedit, (copertina e impaginazione a cura dell’autrice. Nel contempo è stato messo in vendita su Amazon), nelle sue pagine proietta la personale filosofia di vita, positiva, spontanea e coraggiosa. Massimo Barile definisce il libro <<il diario di viaggio di una donna che dopo una grande delusione si pone quotidianamente l’obiettivo di trovare il bello e il buono che alberga nelle nostre esistenze. Trecentosessantacinque pagine che dimostrano come la felicità, più spesso di quanto si possa pensare, capita per davvero>>. Insomma, un inno alla vita, nonostante le tante difficoltà. La protagonista è messa in evidenza con una scrittura scorrevole, di vibrante emozione, e pare illuminata dai profondi sentimenti delle persone che ha incontrato durante il fantastico cammino alla ricerca della felicità.
In seguito, Samira scrive un altro libro (che ha vinto il premio “Iberico-Americano di letteratura 2022” e ha ottenuto il riconoscimento “Città del Messico”) e precisa: <<Durante una trasferta professionale in Messico (2018-2020) ho realizzato delle personali ricerche sulla cultura di quell’antico territorio e ho tratto arricchimento approfondendone le tradizioni che ritengo magiche e uniche, da cui è nata la mia seconda opera letteraria, che è anche la prima in lingua spagnola: “Alebrijes”, da me interamente ideata e realizzata. L’ho pubblicata pure in inglese e italiano, con il patrocinio dell’Ambasciata Messicana in Italia>>.
Cosa descrive “Alebrijes”? Le chiedo.
<<Racconta il Messico come un luogo fiabesco dove gli Alebrijes, animali fantastici, creature del folclore locale, hanno scelto di vivere. Ogni personaggio ti protegge e consiglia sui vari momenti della vita. All’interno ho inserito dei mandala, perché colorare è l’unica azione fisica che fa sì che la testa si focalizzi nei colori, smettendo di pensare ad altro. Il volume, ideato per adulti, è stato accolto molto bene anche da ragazzi e bambini. È stato presentato a Malaga e Torre del Mar, in Spagna, nel 2021; lo stesso anno alla Fiera del libro del Borgo Antico di Bisceglie e il 2 maggio  2023 presso L’Istituto Cervantes di Milano, patrocinato dall’Ambasciata Messicana e sostenuto dall’Ambasciata Spagnola>>.
Attualmente Samira opera a Milano, dipinge e collabora in qualità di fotografa con aziende del settore eventi e dello spettacolo. Grazie alla sua maestria pittorica e cromatica, dai contenuti ricchi di valori, è chiamata a tenere corsi con diverse scuole e realtà didattiche sviluppando dei laboratori artistici per tutte le età.
Voglio concludere con qualche considerazione sulle opere pittoriche di Samira Zuabi Garcia, che si sviluppano in un figurativo interpretato, a volte con uno stile fauvista nel colore, non però nella forma (paesaggi avvincenti ed emotivi, scene di vita o altro); altre volte illustrativo con figure e ritratti raffinati e seducenti dagli occhi magnetici, volti particolari o sensuali, corpi femminili da pin-up.
Usava l’olio, ma ora preferisce i colori acrilici, squillanti, mezzi espressivi che si trasformano in forme vibranti, che rendono il reale quasi onirico, con messaggi dal forte impatto visivo. Con colorazione potente o in bianco nero, con segno grafico o pittorico, oppure con fotografia dipinta, i suoi lavori, dall’andamento fluido e sinuoso del segno, perdono ogni rigidezza e si caricano di valori evocativi, simbolici.
Nei ritratti (in particolare femminili) la pittrice riesce con pochi tratti a dare interiorità ai volti, presi dalla realtà o di propria immaginazione. Alcune sue figure umane sembrano svuotarsi di sostanza psichica e sentimentale, per essere articolate simili a immagini dei fumetti, dei cartoon, forse per rappresentare la condizione spersonalizzante dell’essere umano contemporaneo.
Comunque, Samira, in un certo senso, riesce a convogliare e accomunare in uno stile personale tutte le sue diverse esperienze professionali – nel campo della pittura, della fotografia, della scrittura e anche di quelle prettamente decorative – che la rendono di raffinata eleganza e di non comune sensibilità artistica.

Giuseppe Possa

(G. Possa e S. Zuabi Garcia)