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14925273_1694564850764283_1716689159829125996_nAvevo già letto di Renata Di LeoHo sognato Pablo”, un libro dedicato al suo poeta preferito, Pablo Neruda… un lungo viaggio attraverso gli occhi delle donne, dove tutto assume un aspetto lirico… Ed è con piacere che ho iniziato la lettura di “Ossessivamente Viola”, dove ho ritrovato lo stile spigliato dell’autrice: una scrittura spontanea, scorrevole, con una consumata perizia e una notevole padronanza linguistica, non comune negli scrittori odierni.

Viola ama il mistero ed è giornalista, amica del commissario Ferry che la tiene al corrente dei delitti su cui è chiamato a indagare e che lei trasforma in cronache noir sul London Night, per la sua rubrica “Occhio al giallo”. Queste vicende tragiche, Viola le ricostruisce in ogni particolare, calcando sui sentimenti d’amore, sulla bellezza del vivere elegante, sulla molteplicità di sensazioni e rappresentazioni, soprattutto, della femminilità. I suoi lettori, curiosi di sapere esattamente come sono andate le cose, la leggono sempre, seguendo ogni risvolto, ogni colpo di scena, fino all’ultimo respiro, non trattenendo (e di conseguenza, neppure noi) il desiderio di conoscere cosa si muove nell’animo di questi personaggi, che tra romanticismi, tormenti e ossessioni arrivano a compiere delitti passionali. Così, da un capitolo all’altro, da “Tre anni prima, iniziò così” fino a “Ossessivamente Viola… il segreto svelato”, l’autrice propone casi, ora inspiegabili ora violenti, tutti risolti, però, brillantemente dal commissario. Tuttavia, in mezzo a tanta indefinibile crudeltà, c’è anche spazio per l’amore e… chissà come andrà a finire tra i due protagonisti, ma è meglio non rivelare nulla, per lasciare spazio alle sorprese, perché – come suggerisce l’autrice – “non finisce qui”.

Come nel libro precedente, Renata Di Leo, anche in questo, prosegue nella propria descrizione di sentimenti, emozioni e vessazioni dei personaggi, con il solito stile personale, compito e delicato, di proporre le trame delle sue storie appassionanti e ricche di sorprese. E ciò che più mi entusiasma leggendole è quel modo di raccontare intrigante e sinuoso, oserei dire passionale (di una sensualità che ti lascia un profumo non sulla pelle ma nell’animo) anche quando le pagine si dipanano in un pericoloso intreccio di paure e di depravazioni che sembrano aprire a un thriller. Quel mettere subito in luce fin dall’inizio – in maniera scorrevole, pacata e forbita – aspetti, segreti, vizi insospettabili, anche molto intimi, di ognuno, permette all’autrice di lasciarci in ansia, mentre cerchiamo di scoprire in quali oscuri segreti o pericoli siano mai incappati i personaggi descritti, perché sembra di assistere a qualcosa di folle, al di fuori della vita normale.

Giuseppe Possa

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Ma chi è Renata Di Leo? È lei stessa a raccontarcelo: <<A vent’anni scelsi Milano, una città fantascientifica per certi aspetti, ma l’amai subito. Tante emozioni, tanti conflitti con me stessa. Quasi ogni giorno la voglia di tornare a casa, ma ho resistito e ho fatto bene. Iniziai 11130211_1481840208703416_2310310524007325542_ncon l’insegnare ginnastica in una palestra. Per avere qualche soldo in più mi dedicai al mondo dello spettacolo e della moda>>. E prosegue: <<Quando arrivò la persona giusta – quasi giusta – mi sposai. Dopo la nascita di due splendidi figli, iniziai a fare la speaker in radio, mia grande passione. Sentii il desiderio di scrivere pochi anni fa. Il primo libro scritto con Massi Fusai fu: “Amo nutrirmi di te”. È stata poi la volta di “Ho sognato Pablo”, dedicato al mio poeta preferito Pablo Neruda. Nel mentre con Andrea Lo Vecchio stiamo ultimando la stesura di un libro scritto a quattro mani>>. Infine, conclude: <<E ora… “Ossessivamente Viola”. Come già si può intuire dal titolo, si differenzia dagli altri. Alla base rimane l’amore, ma intrecciato con il suo lato più oscuro e violento, quello dell’ossessione>>. Renata Di Leo è morta nel 2017.